Il procuratore del centrocampista francese contro lo scarso utilizzo del suo assistito, ma dimentica che lo Spezia è la seconda rosa più giovane del campionato di Serie A

“Agoumé è un ottimo prospetto che ha fatto bene quando chiamato in causa, anche se allo Spezia ha trovato troppo poco spazio. Purtroppo anche a livello di agenti questa esperienza non è positiva: fa sì che non ci sia piacere a far venire i loro giovani in Italia e lo Spezia lo ha dimostrato. In Italia non si dà spazio a chi non ha almeno 24-25 anni.”

Parole in musica di Oscar Damiani procuratore di Lucien Agoumé.

Il suo assistito è reduce da una stagione con più ombre che luci con indosso la maglia dello Spezia dove era arrivato in prestito dall’Inter.

12 presenze in campionato e 1 presenza in Coppa Italia il bilancio del franco-camerunese in Riva al Golfo.

Una parte centrale di campionato da titolare, o quasi, per poi uscire completamente dalle scelte di Italiano dopo la prova veramente incolore offerta contro l’Udinese.

Con “rivali” come Ricci e Leo Sena e le prove non soddisfacenti di Agoumé si fa presto a capire perchè il ragazzo sia stato utilizzato meno.

Non c’entra davvero la carta d’identità nelle scelte dell’allenatore dello Spezia.

Il buon Damiani quando parla di scarso utilizzo dei giovani dimostra però di non essere molto attento a quello che è successo in questo campionato di Serie A.

Lo Spezia a livello di rosa è la seconda squadra più giovane del campionato appena concluso, davanti solo il Milan, mentre a livello di giocatori schierati risultata la “più acerba” con la media di 25.1 anni d’età.

Certo se il confronto viene fatto con altri campionati europei, come ad esempio la Germania, risulta impietoso.

Ma in Italia lo Spezia è la squadra che ha puntato di più sui giovani, checché ne dica Damiani…