Oggi 42enne l’ex centrocampista lavora da sette anni come Segretario del Settore Giovanile dello Spezia. In occasione della partita di stasera si racconta ai microfoni dell’Ufficio Stampa spezzino tra vita, lavoro, tifo e città: un fiume di ricordi in piena

Alle sue spalle campeggia in bella mostra quella maglia storica, tutta rossa come era la divisa da trasferta di quella stagione, il numero 15 e il nome sopra “PADOIN“.

Musica di sottofondo appena accennata e l’ex centrocampista aquilotto inizia a parlare e nella sua testa le parole prendono via via corpo come un fiume di emozioni e ricordi in piena…

“Se penso a Juventus-Spezia penso a una grande emozione, probabilmente una delle emozioni più grandi della mia vista calcistica, penso a una giornata indimenticabile per me e per la squadra e per tanti tifosi, ma probabilmente per tutta la città.”

Con queste parole si apre il videomessaggio promozionale lanciato sui propri canali social quest’oggi dallo Spezia Calcio in vista della partita dell’Allianz Arena di questa sera.

A essere intervistato ovviamente lui Nicola “con una gamba sola” Padoin.

“I ricordi vanno a quella vittoria insperata, al mio gol che ancora oggi ricordo molto volentieri e che ancora oggi qui a Spezia in tanti mi ricordano ogni volta che li incontro.”

L’immagine sfuma e poi riappare riportandoci indietro, riportandoci al quel torrido pomeriggio torinese del 10 giugno 2007, e in sottofondo, inconfondibile, ecco la voce di Caressa.

La palla, quasi come in un ping-pong di emozioni torna in diretta a Nicola Padoin: “Era una partita decisiva, era l’ultima partita di campionato, il primo in Serie B dello Spezia dopo cinquantacinque anni. Andavamo a Torino con un solo risultato utile e vincere era quasi impensabile. Quella settimana venne vissuta molto intensamente da tutto il gruppo squadra, partimmo per il ritiro di Torino compattandoci come non avevamo mai fatto precedentemente. Volevamo a tutti i costi la vittoria ed eravamo molto agguerriti quel giorno“.

L’inquadratura stacca ancora, stavolta ecco le mani di Padoin che stringono un cellulare e il video del suo gol con l’inconfondibile e, ormai storica ovunque, telecronaca di Caressa.

“Rivedere questo video mi emoziona come quando incontro le persone di Spezia che me lo ricordano. Spesso ci emozioniamo insieme. Il calcio riesce a regalare queste emozioni forti. Emozioni che ti porterai dietro tutta la vita, è la forza del calcio e dello sport in generale.”

Emozioni in cui anche la voce del telecronista ha avuto il suo bel peso, inutile nasconderlo.

“E poi ci si è messo anche Caressa con la sua telecronaca e che ricordo che qualcuno a Spezia qualche giorno dopo teneva ancora come suoneria del cellulare.”

Ma quella “gamba sola” era veramente sola?

Ma era veramente infortunato Padoin quandò scaraventò in rete quel pallone?

“Si ero infortunato, avevo i crampi e faceva caldissimo e avevo i crampi già da un po’. Di quel gruppo ho ricordi belli ed emozionanti come nella stagione precedente quando tornammo in Serie B. Era un gruppo molto esperto e con una spiccata personalità come Davide Nicola, Pietro Fusco, e ricordo ovviamente il mio amico Paolino Ponzo”

Lo Spezia per Padoin: squadra, città, lavoro, famiglia, insomma vita!

“Appena compiuti i 42 anni lo Spezia rappresenta per me un po’ il tutto. Mi ha dato la possibilità di confrontarmi con campionati importanti vivendo emozioni ad alti livelli. Mi ha dato una moglie, una famiglia, ad oggi è ovvio pensare che sia la mia carriera calcistica che post calcistica sia legata indelebilmente a questa società, città e questi colori.”

Il tifo aquilotto

“I tifosi? Li capisco in questi momenti in cui hanno raggiunto la Serie A e non la possano vivere sugli spalti del glorioso “Alberto Picco”. Credo sia abbastanza frustrante però siccome li conosco bene non molleranno. Dico loro di tener duro. Speriamo di poter finire bene l’anno e speriamo che possiate tornare a dare il vostro calore anche all’interno dello stadio “Picco“.”