Chichizola: “Emozionante raggiungere le 150 presenze con lo Spezia nel derby vinto con il Pisa”

Il portiere argentino: "Grande Gruppo e i miei colleghi grandi professionisti. Un portiere oggi deve essere ben piazzato in porta e saper giocare con i piedi. Mi sento uno spezzino acquisito. Sui tifosi posso dire che..."

Domenica scorsa, prima della gara contro il Pisa, ha raggiunto 150 presenze con la maglia dello Spezia ed è stato premiato dal CEO del Club di via Melara Andrea Gazzoli che gli ha donato una maglia celebrativa dell’evento. Leandro Chichizola è tornato a gennaio a vestire la maglia bianca e si è subito preso un posto da titolare. Oggi è intervenuto sulle pagine dei colleghi de Il Secolo XIX con una bella intervista. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni.

150 PRESENZE NELLA VITTORIA NEL DERBY CON IL PISA – «Centocinquanta presenze in maglia bianca festeggiate nel derby vinto con il Pisa: cos’altro? Una cosa unica, nel calcio di oggi ci sono tanti trasferimenti, il fatto che sia accaduto proprio in occasione di una partita così sentita come il derby con il Pisa ha reso tutto magico, senza contare che la vittoria ha reso tutto più speciale».

SPEZZINO ACQUISITO – «Mi sento uno spezzino ormai acquisito e per un preciso motivo: la mia prima esperienza fuori dall’Argentina è stata nello Spezia. L’inizio non è stato facile, perché cambiare cultura, Paese, lingua, non è facile per nessuno. Era importante trovare un posto che mi facesse sentire come a casa all’inizio della mia carriera in Europa».

L’ESORDIO DEL FIGLIO DI BUFFON DA AVVERSARIO – «Sì, sapevo che suo figlio giocava nella Primavera del Pisa, sapevo anche che era attaccante. Quando ero al Parma suo figlio aveva 15 anni, personalmente non l’avevo conosciuto fino a domenica scorsa. In settimana avevo parlato con Gigi, gli avevo detto che avrei avuto molto piacere se avessi giocato contro suo figlio. E alla fine ha esordito in prima squadra proprio contro di noi, esordire a 17 anni in una squadra importante come il Pisa non è da tutti, gli auguro che sia l’inizio di una grande carriera».

I RICORDI CON GIGI BUFFON AL PARMA – «I miei ricordi con Buffon sono davvero belli. Perché lui è una persona straordinaria, sia dentro che fuori dal campo, non a caso è stato il portiere più forte del mondo per tanti anni, e passerà alla storia. Ma nella vita è una persona semplice, quel periodo insieme è stato davvero uno dei ricordi più belli della mia carriera calcistica, non avrei mai creduto di poter condividere il ruolo con un mito che seguivo in tv da quando ero piccolo, gli sono molto grato per quello che mi ha trasmesso».

OLTRE A BUFFON – «Oltre a Gigi se devo citare un portiere a cui mi sono ispirato e che partecipa maggiormente alla ripartenza del gioco di squadra posso dire Manuel Neuer».

IL GIOCO CON I PIEDI – «Ora il calcio è cambiato molto anche per il mio ruolo, ma non i fondamentali, il portiere deve essere sempre ben posizionato per parare, poi se sa giocare bene con i piedi è un’arma in più sia in difesa che in attacco».

ESPERIENZA ACQUISITA – «Per un portiere conta davvero tanto. Si impara più nelle partite che in allenamento. Quando uno inizia a giocare e prende un gol, se rivede la stessa azione con l’esperienza capisce che la posizione era sbagliata, o che aveva fatto un movimento che non doveva fare. Esperienza conta per tutti i ruoli non solo per il portiere».

I COMPAGNI DI REPARTO – «Sarr, Gori e Mascardi sono davvero ottimi portieri, anche se Sarr l’ho visto poche volte per via dell’infortunio. Gori e Mascardi sono autentici professionisti, lavorano sodo, in allenamento ci spingiamo l’un l’altro per alzare il livello, concorrenza sana in tutti i ruoli indispensabile per far crescere il livello di qualità della squadra».

IL 27 MARZO COMPIRA’ 35 ANNI – «Speriamo di festeggiare il giorno dopo insieme alla squadra».

IL GRUPPO AQUILOTTO – «Il gruppo c’è sotto i comandi del mister, lavoriamo duro tutti i giorni, l’atteggiamento della squadra è sempre quello anche negli allenamenti, pensiamo partita per partita, mancano 9 gare con tanti punti, può succedere di tutto per quello dobbiamo guardare la nostra strada senza pensare ad altro».

I TIFOSI – «Sentiamo dappertutto sulla pelle l’affetto dei tifosi, al Picco è un’arma in più».

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