Si è conclusa ieri l’esperienza di direttore tecnico dello Spezia di Eduardo Macìa, ma per cosa verrà ricordato il dirigente iberico in riva al Golfo dei Poeti?
Sicuramente per la retrocessione dalla Serie A alla Serie B al Play-Out contro il Verona dopo una campagna di “rafforzamento” invernale costosissima, ma che ha portato solo “buchi nell’acqua“, per l’esonero di Gotti, e per aver rischiato la retrocessione in Serie C solo un anno dopo.
LE PRIME MOSSE
Arrivato a settembre 2022 dopo l’esonero di Riccardo Pecini la prima mossa di Macìa fu quella di esonerare Gotti dopo il pareggio in rimonta dell’Empoli nonostante lo Spezia fosse ancora padrone del proprio destino. Al posto di Gotti ecco l’arrivo di Leonardo Semplici e da lì l’inizio della fine.
Anche le tante operazioni di mercato di quella sessione invernale sono lacunose. Da Joao Moutinho a Krollis passando per Cipot tutti giocatori che non si sono affermati e praticamente emeriti sconosciuti a queste latitudini, ma che hanno pesato tantissimo sul bilancio del Club di via Melara.
L’affare, onerosissimo Zurkowski, arrivato già da infortunato a cifre folli e che ora cerca una sistemazione in “svendita“. Il prestito di un giocatore come Shomurodov che ha inciso pochissimo, ma che è costato tantissimo a livello di ingaggio.
Salvabili giusto gli acquisti di Salvatore Esposito e Przemyslaw Wisniewski dai quali quest’anno ci si attende il definitivo salto di qualità.
LA SCORSA SERIE B
Dopo la retrocessione in estate proclami di immediata scalata alla Serie A, ma a conti fatti già dall’arrivo di Alvini ecco iniziare i problemi. L’acquisto oneroso di Antonucci pesa ancora a bilancio e si è rivelato un flop. Così come Muhl che ha un ingaggio pesante, ma in campo è stata una vera e propria disgrazia. Luca Moro, preferito a Coda, non verrà di certo ricordato per la sua esperienza in maglia bianca. E così potremmo dire di molti altri come il perfetto sconosciuto Iva Gelashvili.
Positiva invece l’acquisizione di Salvatore Elia dall’Atalanta nell’ambito del prestito oneroso di Emil Holm.
Poi a gennaio, con l’arrivo di D’Angelo, un mercato più intelligente fatto braccio a braccio dall’allenatore con il direttore sportivo Melissano. Una salvezza quasi miracolosa conquistata con la vittoria all’ultima giornata sul Venezia e un grande sospiro di sollievo.
CAPITOLO CESSIONI
Sicuramente ottima la cessione di Kiwior invece, il talento scoperto da Pecini e pagato una manciata di euro, rivenduto a 25 milioni all’Arsenal, anche se la sua partenza a gennaio ha sicuramente indebolito lo Spezia facendolo precipitare nei bassifondi della classifica e poi retrocedendo in Serie B.
Ottima anche la cessione alla Fiorentina di M’Bala Nzola che, dopo Kiwior, è diventata la cessione più remunerativa per lo Spezia nella sua storia ultracentenaria. Probabilmente andava gestito meglio il caso Dragowski e la situazione di Zoet.
Infine ci si poteva aspettare anche qualcosa di più dalle cessioni di Holm e soprattutto da quella di Simone Bastoni.
Alla fine Macìa verrà ricordato anche per un feeling mai nato con la piazza e altre decisioni sicuramente poco lungimiranti. Insomma Macìa se ne va senza rimpianti per i tifosi aquilotti, ma ora a spaventare è il futuro del Club di via Melara.